Don't steal our sense!

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    Prima volta che scrivo una fan fic su Touhou (o anche ispirata ad un'altra serie, se escludiamo le porcate che scrivevo alle medie).
    Spero che riesca a strapparvi qualche risata. ^^



    INIZIO: Don't steal our sense! [parte prima]

    Anno 199X.
    Siamo alla fine del XX secolo, il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi, e le pianure avevano l' aspetto di desolati deserti.
    Tuttavia, la razza umana, era stata pwnata era sopravvissuta!

    YOU wa SHOCK
    ai de sora ga ochite kuru


    Forse non è così che deve andare…

    Gensokyo, forest of magic.
    In codesto luogo, evitato un po’ da chiunque, troviamo una graziosa maghetta che andava a funghi. Aveva un grosso capello a punta, nero con un fiocco bianco… anzi cercate direttamente Marisa Kirisame su google che fate prima (e il sottoscritto non si sbatte a descrivere). Insomma, questa maga saltellava in giro per la foresta in cerca di funghi "Nuapurista kuulu se polokan tahti [canticchiando]… è da ieri che ho questa irrefrenabile voglia di zuppa di funghi, non so perché." Diceva fra se e se Marisa (risposta: è un misero pretesto per iniziare la storia). Cerca qui e cerca là, saltella qui e saltella là, alla fine trovò un bel fungone… grosso, molto grosso "Direi che questo va bene. Rosso a pois bianchi, alquanto invitante!" Esclamò alla vista di quel ben di Dio. Si avvicinò e lo afferrò saldamente, ma per quanto tirasse non veniva fuori "Uuugh! Ma che ha sto fungo?" Stremata dallo sforzo, tirò ancora più forte (logicamente), riuscendo pian piano ad estrarlo da terreno. Tira e tira mancava poco così (fa il gesto con le dita) e, con un ultimo erculeo sforzo, se lo ritrovò fra le mani.
    Inaspettatamente il fungo si mise a parlare una volta estratto, urlando al cielo "Padre, perché? PERCHE’?" E sparì inspiegabilmente nel nulla. Da copione quella frase avrebbe dovuto dirla dopo un po’ di amorevoli torture, quali lapidazione, fustigazione, crocifissione… gli dimezzerò lo stipendio a fine mese.
    Tornando a noi, Marisa rimase alquanto scioccata dalla cosa, soprattutto perché la zuppa non s’ha da fare, per il momento "Dicevano che sarebbe tornato, ma non pensavo sotto forma di un fungo! Forse sono solo i funghetti di ieri sera, ma per sicurezza… nothing to do here." E se ne volò via sulla sua fida scopa. Non aveva una precisa destinazione, le bastava andare il più lontano possibile dalla scena del crimine. Così, vagando senza metà, si ritrovò al Misty Lake "Ora che ci penso mi manca la seconda medaglia…" Marisa ancora una battuta del genere e ti uccido! Limitati a seguire il copione!

    Gensokyo: Misty Lake (precisazione di luogo completamente inutile).
    Benvenuti a una nuova puntata di Genso Quark. Oggi osserveremo un raro esemplare di fata nel suo habitat naturale: la fatina del ghiaccio, famosa per essere la più forte, ma anche stupida, di tutta Gensokyo! Puntiamo a riprese ravvicinate, ma essendo una creatura molto timida (ma anche no) la nostra troupe dovrà prestare molta attenzione.
    Eccola! Eccola che esce dalla sua tana dopo il lungo letargo estivo! Possiamo osservare che come prima cosa, dopo essersi svegliata, congela una rana. Così, per sport. Afferrando quel cubetto poi… eh? Lo sta usando per lavarsi i denti? Usa una rana congelata per lavarsi i denti? Questo dettaglio era ignorato anche da noi di Genso Quark!
    "I’m a fucking Daitarn!" Urlò Cirno mentre ruotava le pupille in senso antiorario… da sinistra a destra con giri completi intendo. Inoltre continuava per qualche misteriosa ragione a strofinarsi i denti col povero anfibio congelato, finché non cominciò anch’esso a parlare "How dare You?" "dafuq!?" La rana ruppe il ghiaccio, in senso letterale, e cominciò a crescere fino a diventare… un gabbiano! Avete capito bene, un fottuto gabbiano! "I’m the seagull Jonathan Livingston! Omae wa mo shindeiru!" Il gabbiano allora sfoggiò la sua tecnica letale, diventando un ameba e mandando Cirno in depressione "Nooooooooh!" La fata puntò a piena velocità la Youkai Mountain "I’m going to mining!" E cominciò a scavare a suon di nasate.
    "Ma che diavolo sta succedendo?" Disperò Marisa, scaccolandosi.
    Vagando per quelle terre si potevano ammirare scene davvero singolari, del tipo: Rumia crocifissa che urlava "Padre, perdonali: non sanno quello che fanno!"; Flandre che, con un espressione inquietante stampata in volto, legava Sakuya al letto "Saa eins swei drei Kasanariau [cantando con tanto di base]… Sakku, diventiamo uno <3"; Sunny, Star e Luna che cantavano nude, facendosi le coccole e sbaciucchiandosi "Omakase girl style (Hi!) tsuyoi hou desho? Mitomenasai (Hi!) ikasama boys attack (Hi!) yarinaoshite yo motto chanto kiss [cantando con tanto di base]" E tanto altro ancora, tipo Rinnosuke che portava in spalla un cavallo che leggeva Shonen Jump, ma rischiamo di non finirla più.
    "Qui stanno impazzendo tutte! Non dico che son sempre state sane di mente, ma così esagerano! Meglio avvertire la buona vecchia Reimu! Dopotutto è lei che deve occuparsi di queste cose, mica io."

    Sono io ho mi ha minuscolizzato le maiuscole dei dialoghi?


    Edited by YashaBureido - 19/7/2013, 22:24
     
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    Haha carina, aspetto il seguito. :guru:
     
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    INIZIO: Don't steal our sense! [parte seconda]

    Gensokyo: Hakurei Shrine.
    “Doshite Rei-chan? Doshite?” Chiedeva continuamente Suika, rimpicciolita, vestita da pappagallo e rinchiusa in una gabbia. Invece la nostra buona vecchia Reimu, la supereroina di Gensokyo che fa da paciere massacrando tutto e tutti, se ne stava tranquilla a leggersi il Bunbunmaru newspaper “Misteriosa creatura avvistata nei pressi della Bamboo forest… riscontrati diversi casi di insanità in tutta Gensokyo, si prega di non starnutire in faccia al prossimo… scandalo: KoaKUMA beccata a flirtare con un pupazzone di pedobear…” Se ne stava lì, ignorando con innato stile il baccano della piccola Oni, a poltrire come nessuno prima d’ora. Posò il giornale sul tavolino da tè, si sdraiò e cominciò a porsi ardue domande sul senso della vita, sul perché si muore, sul perché la benzina aumenta di prezzo… insomma, di quel che succedeva non gliene fregava un beneamato cazzo.
    Però non disperate: ci sono io! Dovrò pur far proseguire la storia in qualche modo! Direi che è giunta l’ora di rompere le ovaie alla miko.

    “Reimuuuuh <3” Due gap si aprirono alle spalle della ragazza, due vogliose mani uscirono da questi e, come presumibile, andarono a tastare il seno di Reimu “Stai screscendo ben…” Però lei non fu tanto entusiasta della cosa: prese le mani dell’altra e le strinse con tutte le forze, fino ad un satanico “crock” “Ogni palpata costa duemilacinquecento yen. Inoltre prima paghi, poi tocchi!” Yukari aveva metà corpo fuori dal gap e si rotolava in preda al dolore. Dopo diverse espressioni particolarmente ombreggiate e qualche verso animalesco, si ricompose “Palpate e prezzi a parte, ho una cosa seria di cui parlare: sicuramente hai notato che la gente sta impazzendo.” “Basta guardare in quella gabbia.” Indicò Suika col ditino “Bene, avrai sentito parlare almeno di avvistamenti di strane creature.” “Sì sì… insomma non ho voglia di combattere, fallo fare a Marisa, fallo tu, ma non rompete l’imene alla sottoscritta!” Sbuffò Reimu “Dovresti prendere più seriamente il tuo lavoro, ma in fondo ti capisco. Comunque questi esseri…” Yukari parlava, ma l’altra ormai non la degnava più d’ascolto. Aveva una faccia sorpresa e immobile, con gocce di freddo sudore che scendevano dalla fronte. Il suo corpo tremava, e dalla sua bocca non riuscivano a uscir frasi complete “Che.. che… che…” Indicò tremante dietro la yokai, che si volto di conseguenza, vedendolo.

    Ciò che videro era qualcosa di orribile, tremendo, che andava ben oltre l’umana concezione. Il male, la paura, il dolore, il sadismo… nessuno di codesti termini potrebbe descriverlo.
    Posso solo dire che era la cosa più raccapricciante che la terra dell’illusione avesse mai ospitato:

    Esso aveva una faccia da koala, la sua espressione era messaggera di un funesto destino. Dalla sua fronte spuntavano due piccoli, presunti serpenti rosa dal capo censurato… chi ha intelletto calcoli l’ambiguità della bestia*. Il suo corpo era avvolto da un grande e appetitoso panino ben abbrustolito, sottostanti v’erano due foglie di freschissima lattuga… freschissima! Busto e addome erano simili a quelli di un pesce... il bastardo aveva persino le branchie! Esso era costantemente cosparso di un liquido orribilmente fucsia, e anche viscido per la precisione. Le zampe nascevano da quattro aperture della fetta di pane panciale. Somigliavano non poco a quelle di una taratura, ma con un meraviglioso smalto rosa. L’ultima cosa che ci tengo a farvi notare e quella lunga coda che termina con un fiore… marrone. Da esso fuoriusciva un pistillo.

    *In realtà sono solo serpenti censurati. Davvero.

    “Muhahuhimahuhahu a voi. Vedo che qualcuno qui riesce ancora a mantenere il senno. Poco male, rimedierò all’istante.” Disse l’aborto ambulante colmando di disgusto la loro anima: aveva pure una voce tremenda, avete presente il traduttore di google in albanese? “Maledizione Reimu, sono loro! Dobbiamo annientarlo prima che possa…” Yukari si voltò verso la sacerdotessa, che giaceva a terra… morta “ZUN… eravamo… d’accordo… solo… birra…[dialogo post mortem]!” Un silenzio generale, Suika esclusa, durò per qualche secondo. Venne chiesto un breve time out per rianimarla, che fu stranamente concesso “LIBERA!” Urlò palpandola “CINQUEMILA!” Urlò Reimu spezzandole le dita “PORCA KANAKO CHE MALE!” Bestemmiò Yukari.
    “Dicevo: questi esseri stanno facendo un macello della madonna a Gensokyo: sono loro la causa di questa crisi d’insanità!” Informò l’alleata appena rianimata, che ancora doveva concepire quel mostro immondo. Prese un profondo respiro, fece una piroetta, pregò Amaterasu e Giuseppe Simone e alla fine si ricompose “Da quel che ho capito, oltre a essere dannatamente assurdi, sono pericolosi: la mia quotidiana dose di ozio rischia di perdere la sua stessa essenza! Ergo: MUSOU FUIN!!”: Reimu tirò fuori subito una spell di alto livello: il Musou Fuin! Tuttavia non ebbe l’effetto previsto: si limitò a far apparire una Remilia con i baffetti alla Hitler “Ma che cazzo!?” “I vostri attacchi non funzionano su di noi: li priviamo di senso prima che vengano lanciati!” Rispose il Brasidù.
    Nel frattempo la comparsa iniziò a parlare in lingua teteska “HEIL! Io ezere Remicio [Remigio], Fuhrer di crante Kensokyo! Io ezulto la zuperiorità della razza fampira, erco esico un’epurazione! Per il pene tella fampirità stermineremo i Prasicosi, inzulto a cuesto monto!” L’essere anomalo (il brasidù) venne quindi giustiziato sul posto da una nazi-China random. Lo so: la scena fa davvero pena (come tutto il resto).
    “Non so come abbia funzionato, ma ha funzionato!” Esclamò Reimu. Yukari invece stava rimuginando sull’accaduto e, pensando intensamente, giunse a una conclusione “Il nuovo nemico è assai pericoloso, ma credo che abbiano un punto debole: sembra che il potere del nonsense, fonte del loro essere, possa danneggiarli.” Acuta osservazione, non c’è che dire, ma non risolve un bel niente: “Attaccare a random è pericoloso: rischio di invocare un Platinette che guida un trenino magico mentre fa l’urlo di Tarzan e pettina Iwata!>> Reimu aveva ragione, ma la nostra Yukki (forse mi confondo) pensò proprio a tutto: prese il ventaglio, assumendo la classica posa cool, coprendosi metà del volto con l’oggetto “Ho pensato: loro sono esseri del nonsense, quindi useranno il nonsense per l’offesa! E se il nonsense è anche il loro punto debole, basta usare le loro armi!” Yukari divenne luminosa, molto luminosa: illuminata d’immenso “Ma sei un genio! Potrei pensare ad una palpata omaggio…” “E guarda caso ne ho una qui con me!”:

    Frugò nel suo decolté, tirando fuori quella che doveva essere una temibile arma:
    una venere di willendorf in versione cibernetica… che cavalcava un arcobaleno marrone.
    La forma poteva far sorgere numerosi dubbi, ma doveva esser l’arma che salverà Gensokyo da questa terribile crisi! In fondo lo sappiamo tutti: l’abito non si fa la monade “Come funzionerebbe questo schifo?” “Boh, mi piaceva e l’ho preso, magari è un arma, chissà?” Io, narratore, mi astengo dal far commenti per ovvi motivi “Yukari, meriti di morire schiacciata da un grosso suino rotolante… peloso!”.

    Edited by YashaBureido - 21/7/2013, 22:38
     
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  4. Vincent Prismriver
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    lolwat
     
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    Mentre Yukari e Reimu continuavano a bisticciare (la prima cercava di discolparsi accusando gli Iguanodonti di signoraggio, la seconda la invitava a soffiarsi il naso con sassi ribelli) la venere, precedentemente posata sul tavolino da tè, cominciò a parlare in modo sinistro ed inquietante, con una voce che faceva concorrenza a quella dei brasidù “Nema olam a son arebil des, menoitatnet ni sacudni son en te, sirson subirotibed sumittimid son te tucis. Artson atibed sinbon ettimid te, eidoh sibon ad munaiditoc murtson menap, arret nit e oleac ni tucis aut satnulov taif muut munger tainevda muut nemon rutecifitcnas sileac ni sen uiq, retson retap.” E cominciò addirittura a brillare di luce propria, il piccolo bastardo.
    Quindi, fra sbrilluccichii e agghiaccianti preghiere sataniche, Reimu raggiunse l’illuminazione: scoprì il fuoco e lo usò per alimentare le lampadine a risparmio energetico “Questo è per Kamiyama!” Urlò colpendo Yukari con un possente fisso giustiziere “Ma chi diavolo è? E poi perché mi colpisci così, a random?” Chiese perplessa, ormai fusa alla parete “Uh? Credo sia l’ insano influsso di quella venere! Qualunque cosa sia ha davvero un potere nonsense elevato! Forse non ci sei andata lontana!” La miko studiò con guardo attento l’oggetto, ma più lo fissava più diventava succube dei lioplerodonti viola che le sussurravano in testa “Dai gioca con noi!” Ma questo non bastò ad aver la meglio sulla ragazza, che cominciò a prendere Yukari a testate… mi correggo: ha avuto effetto eccome.
    La tortura durò circa dieci minuti, durante i quali la yokai raggiunse lo stato di frappè (imparando firaga e raidein) “Emh… scusami.” “Ormai è inutile piangere sul latte versato. Piuttosto, credo di aver capito cosa sia in realtà quella venere!” Disse attirando a se l’attenzione “Davvero? E cosa sarebbe?” “Ovviamente un sorcio spaziale vagabondo!” “…”. Reimu allora si mise di fronte alla venere, si mise in posa (tipo sesto membro della squadra Ginyu) e urlò al cielo “AGGANCIAMENTO!” “Ma che fai? Mica è un…” Fu allora che il tavolino si fuse misteriosamente all’ oggetto non indentificato. Il tempio cominciò a muoversi in modo anomalo: stanze che cambiavano posizione, la struttura che cambiava forma, Yukari e Suika buttate fuori perché… boh e che ne so io? Riassumendo tutto, alla fine divenne un terribile robot, di quelli progettati per battaglie intergalattiche: TOIRE-CHAN, robot d’acciaio inox nato dalla fusione di una strana venere preistorica e dell’ Hakurei Shrine (con tanto di arredamento); alto 109 metri e dal peso di 2t (ovvero due volte T, valore a noi ignoto) e con un arsenale da scoprire!

    E come se ciò non bastasse, fu Reimu ad aver l’immane sfiga l’onore di pilotarlo “Yukari aveva ragione: è davvero un arma!” Per informazione, Yukari finì sotto il piedino dell’ammasso di metallo.
    Una cosa del genere non passa però inosservata: diversi piastri ambulanti (brasidù) accorsero notando la nuova cucciolotta della miko “Mififì! È quello che diavolo è?” “Protprot? Non lo sai? Neanch’io.” “Ranranruu! Però sembra tosto: ha persino il vestitino carino!” Un esercito di ben tre brasidù (non sembra, però sono tanti… o forse no?) prese di mira Toire-chan. La loro espressione divenne tranquilla e rilassata, e dalle loro fiorenti code vennero sparati a raffica i famosi Rainbow beams, i laser che fanno pew pew “Forse, combattendo corpo a corpo, le mie spell cards risulterebbero inefficaci, ma con questa bella bimba è tutt’latra sto…” Reimu s’interruppe a metà frase: comprese all’istante d’ignorare qualcosa di fodamentale importanza: i comandi. Già: i comandi! Come diavolo si pilotava? “Mi ha rubato le parole di bocca. Comunque sia qui, oltre al sedile dannatamente comodo, c’è solo quella venere su un piedistallo e… oh le istruzioni!” Vedi che chi cerca trova? Come da copione, apri e leggi “Dunque… palpeggia le zone erogene della venere per manovrare Toire-chan. Per il resto è tutto molto intuitivo. Buon divertimento!” Un attimo di silenzio “E IO DOVREI FAR GODERE QUESTO ORRORE!?” Urlò furiosa, segnata dai sogni infranti (uomo o donna, vogliamo tutti pilotare un robot gigante almeno una volta nella vita) “Yukari, dammi la forza!” Alla fine si convinse e palpò gli alluci della venere (sennò la storia non andava avanti) che emise un gemito di piacere “Archaeopteryx <3” “Ma che cazz..?”.
    Toire nel frattempo venne colpita dai laser nemici e perse il 10% dei suoi hp, ma non c’è dolore senza vendetta (forse): Un possente pugno a razzo (che robot sarebbe senza?) colpì uno degli scarti mentali di Yasha, trasformandolo in una colomba della pace “ATOMIC PUNCH” Urlò Toire-chan.
    Reimu, abbagliata dalla potenza della nuova arma, cominciò a prenderci gusto, o meglio venne nuovamente influenzata dall’insanità della venere “I’ve got the powa!” “Elasmosauro <3” Il robot spiccò un salto, elevandosi a diverse centinaia di metri dal suolo. Il suo ventre si aprì, ed un missile a forma di san Tommaso vestito da catwoman partì all’attacco “Guguguh! Siamo fottuti vero?” “Mashmash! Mi sa di sì.”.
    L’esplosione fu tale da radere al suolo i primi dieci chilometri intorno al tempio (per i più curiosi: l’effetto sonoro fu –invontin-), ma a Insane-Reimu non bastò: fece cantare Toire-chan con tanto di coreografia “PONPON DASHITE…” Tuttavia è proprio in scene come questa che i gatti si puliscono le gengive: in alto nel cielo vi era una luce, che col passare dei secondi diventava sempre più luminosa, fino a diventare fiamma:
    “REIMU!” Era Marisa, anche lei a bordo di un mecha ignoto (che non si sa dove abbia trovato, ma poco importa), che puntava Reimu come un missile “MARISA!” Urlò la miko, scagliandosi contro il robot nemico a piena velocità “RETSUO” Urlò Marisa, impugnando un bastone random e caricando l’attacco “MANEDA!” Urlò Reimu, facendo uscire un bastone magico da un gigantesco orecchio apparso dal nulla “TETSUO” Marisa si preparò per il colpo finale “KANEDA!” Anche Reimu fece lo stesso “MAMMUTH[Venere stimolata al massimo tramite palpazione dei gomiti]!”.
    Un accecante bagliore avvolse per un istante l’intera Gensokyo. Successivamente a terra c’erano solo i rottami dei due robot contendenti, i rispettivi piloti ritti fra le macerie, circondati dai Brasidù “Marisa… ora come cazzo facciamo?” “Non chiederlo a me! Attaccando uno di questi con la master spark, non so come ma mi son ritrovata inseguita da un granchio mannaro!” “Ashuashuashua! Siete circondat…” Sembra che oggi vada di moda interrompere le frasi: senza un apparente motivo i paninari si ritrovarono tramutati in teneri fiorellini (alti un metro e mezzo) con la faccia da koala (avente un espressione messaggera di funesto destino) e cantanti lo yodel. Le due eroine erano non poco confuse (e disgustate) dalla cosa e, guardandosi intorno, videro la venere preistorica che fluttuava a mezz’aria, tutta luminosa (sembrava una di quelle palle da discoteca). Un lamantino spuntò dal nulla e se la mangiò, risputandola sotto forma umana “E così il mio sigillo è stato spezzato. Quei bastardi la pagheranno cara!” Il nuovo arrivato, ricoperto di bava lamantinica, si ergeva ritto in piedi, nudo e con fare maestoso. Reimu è Marisa invece, per quanto furono disgustate dalla scena, si unirono ai brasidù a catare lo yodel, assumento anche forma vegetale.


    INIZIO: Don’t steal our sense… Fine

    A presto nelle sale dei cinema burundiani: STAGE 1: We have the weapon… but it’s useless!

    Al lettori verrà data una fetta di pancarré omaggio, insieme a un gashapon in edizione limitata, raffigurante Yasha dedito alla pulizia nasale.
    Sbrigatevi però: le copie sono limitate!

    Edited by YashaBureido - 25/7/2013, 20:46
     
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