Lullaby of Melancholy Hell - Capitolo 3

Fanfiction a opera di Youmu~

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  1. Youmu~
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    CITAZIONE
    Sì, se ve lo chiedete, l'essere con ali da vespa è una Zombie-Fairy. Le ali da vespa si legano bene al concetto di grotessco e infernale, secondo me.


    Capitolo 3



    Fortunatamente, la mancanza di cielo non mi diede solo sconforto, ma riempì la mia testa di pensieri, impedendomi di scivolare nuovamente nel baratro della disperazione.
    Da quanto tempo ero intrappolato qui?
    Quanto tempo è passato, da quando mi son svegliato?
    Quanto tempo?
    Tempo?
    ...
    Tempo?
    Non avevo alcun riferimento, nella sala dei cadaveri, dov'ero tornato su ordine di Rin.
    "Non farti vedere fuori, per nessun motivo. Non è un posto dove puoi girare liberamente, questo. Se ti scoprissero..."
    La sua voce si affievolì, mentre disse ciò.
    Non potei fare a meno di iniziare a pensare a tutte le leggende del mio villaggio.
    I demoni dell'Inferno sembravano molto in voga, fra i monaci, come argomento per tenere le masse sulla retta via.
    Lunghi, freddi brividi corsero lungo la mia schiena, mentre le loro prediche diventavano sempre più vivide e reali, nella mia mente.
    Col passare del tempo, però, un sottile, innocente pensiero, si fece largo nella mia testa.
    L'inferno, con la sua atmosfera lugubre e pesante, cominciava ad avere il suo fascino.
    Quel pensiero, quasi sussurrato alla mia mente, cominciò ad aumentare di volume, mentre muovevo i primi passi, striscianti e irregolari, verso la porta.
    Il demone della curiosità s'impossessò di me, muovendo il mio corpo secondo il suo desiderio d'ignoto.
    Aprii la porta, affacciandomi nuovamente sul panorama infernale che mi circondava.
    Strisciai la gamba malandata ancora un po', voltandomi per la prima volta verso la stanzetta.
    L'edificio in cui Rin stipava i cadaveri impallidiva, rispetto all'enorme complesso industriale cui era collegato.
    I muri grigi, deteriorati dalla polvere rossa che il vento soffiava loro contro, si perdevano a vista d'occhio, opprimendomi con la loro invalicabile presenza.
    Ancora paura.
    Ancora rassegnazione.
    Come per dar man forte alle leggende dei monaci, in questo Inferno, sembrava che non ci fosse spazio per pensieri sereni.
    Volsi il mio sguardo altrove, per cercare un'immagine meno pesante da sovrascrivere a quei muri.
    Fu allora che notai una piccola collina, poco lontano dalla stanza in cui mi dovevo trovare.
    Mano a mano che mi avvicinai, scorsi le tracce di un carretto, che vidi poi poco più in alto.
    Sulla cima del colle, seduta su una tovaglia rossa, sedeva Rin, unico essere vivente nel raggio di chilometri.
    Ancora una volta, il demone chiamato Curiosità si impossessò delle mie membra, muovendomi verso il mistero più grande di tutto l'Inferno.
    Arrivai fin dietro il carretto, carico come sempre, senza farmi notare.
    Sporsi di poco lo sguardo, quasi ipnotizzato dalla piccola, elegante figura che sedeva poco più in là.
    Tutta intenta a gioire del contenuto del suo bento, Rin aveva un'aria così innocente...un candore totalmente estraneo al luogo in cui ci trovavamo, e alla sua mansione.
    Riuscivo a sentire quella sua specie di allegro miagolio, mentre impugnava le sue bacchette, pronta a godersi la sua piccola pausa pranzo.
    La mia mente, piena di domande inutili e curiose riguardo la natura del suo pasto, rimase di sasso alla vista di un involtino fumante, stretto nella morsa delle bacchette di Rin.
    Un pasto normalissimo.
    Niente organi umani, niente arti arrostiti, niente di tutto ciò che descrivevano i monaci corrispondeva alle pietanze che Rin addentava con entusiasmo.
    Immerso com'ero nei miei pensieri, non mi accorsi dell'instabilità del mio nascondiglio.
    La sabbia su cui sedevo, aiutata dalla leggera pendenza della collina, iniziò a scivolare verso il basso, costringendomi a seguirla con non poca sorpresa.
    Fortunatamente, fui abbastanza rapido da aggrapparmi alla ruota del carro, evitando di ritrovarmi ai piedi del colle.
    "Fine della bravata, adesso mi scopre..." mi dissi a mente, mentre sentivo l'oggetto della mia curiosità che si alzava, nel tentativo di capire cosa fosse successo.
    "cos..T-TU?!" disse una voce femminile alle mie spalle.
    Alzai lo sguardo, pensando di ritrovarmi a sostenere lo sguardo furente dello Youkai.
    Ma non fu così.
    L'espressione di Rin era un misto fra lo spavento e la preoccupazione più pura.
    "STUPIDO! CHE SEI VENUTO A FARE, QUI? TI AVEVO DETTO DI STARE AL S..."
    Le urla di Rin si affievolirono, mentre sul suo volto, la paura lasciava il posto al terrore.
    Mi prese per un braccio, sollevandomi di forza e scaraventandomi nel carretto.
    Sistemò un paio di cadaveri per coprirmi, e si avvicinò
    "Non muoverti."
    La voce sussurrata di Rin, benché ferma, giunse al mio orecchio carica di paura.
    Un groviglio di domande affollò la mia mente.
    Chi c'è?
    Cosa c'è?
    Che succede?
    Riuscii a scorgere un piccolo spiraglio, nel mucchio di cadaveri in cui Rin mi aveva sotterrato, e cercai di osservare la scena da quel pertugio, per quanto possibile.
    Ciò che vidi, bastò per gelarmi il sangue e paralizzarmi dal terrore.
    Un essere etereo, azzurrino e translucido come ghiaccio, si avvicinò allo youkai.
    Aveva le fattezze di una bambina, con un vestitino, macchiato di sangue all'altezza del petto.
    Dalla schiena, spuntavano due ali da vespa.
    Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella creatura, che sembrava uscita dal più grottesco degl'incubi.
    Rin bisbigliò qualche parola, accompagnandole un gesto, che intimava chiaramente alla bambina di andarsene.
    Poi, vidi Rin avvicinarsi al carretto, afferrarne il manico e iniziare a dirigersi verso l'edificio in cui tutto era iniziato.
    Dopo aver chiuso la porta dietro di sé, Rin rovesciò senza troppa cura il contenuto del carro per terra, facendomi rotolare nella polvere della stanza insieme ai miei decrepiti compagni di viaggio.
    Mi alzai a fatica, tossendo più volte per colpa del polverone sollevatosi da terra.
    Lo schiaffo mi colpì in pieno volto.
    Non fu portato con troppa forza, come se Rin sapesse che il solo gesto facesse più male del colpo stesso.
    "IDIOTA! CHE COSA CREDEVI, CHE TI TENESSI CHIUSO QUI DENTRO PER GIOCO?! SE TI AVESSE VISTO, SE SOLO TI AVESSE VISTO...AVREI DOVUTO..."
    Le sue urla si spezzavano sempre più frequentemente, mentre gli occhi dello youkai si facevano lucidi.
    Non capivo il perché di tutta questa scena, ma non ci pensai nemmeno un secondo.
    Riuscivo solo a guardare il filo di lacrima, che rigava la guancia destra di Rin, mentre questa cercava di nascondere le sue emozioni, dopo il violento scoppio.
    La strinsi a me, sentendo le sue calde lacrime bagnarmi la maglia logora e sporca, mentre ricominciava a singhiozzare.
    La sua voce, rotta dal pianto, si conficcò nella mia mente, a eterno monito del mio crimine.
    I monaci mentivano.
    Quello che stringevo a me, non era un demone.
    I demoni non sono fragili.
    I demoni non provano paura.
    I demoni non piangono.
    "All'Inferno non c'è posto per pensieri sereni"
    Nella mia mente, questa regola trovava l'ennesima, tremenda conferma, mentre alle mie orecchie giungeva il sommesso singhiozzare di Rin.

    "...Non voglio"
    "...Non voglio doverlo fare"

     
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  2. Ichizomi
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    Voglio leggere il seguito. Muoviti e fai il 4° capitolo.
     
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    Archer's sexy loli

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    Ti sto spiegando cosa sono i cavalloni

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    E' una fanfiction davvero intrigante, e raccontata in modo meraviglioso *^* Non vedo l'ora di leggere il seguito!
     
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  4. Tsuka Konpaku~
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    E' BELLISSIMA AKTHPITUAHJIONKAPGNOAEJWREIUOIUOAGIOIPBJA. :asdpat:
     
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3 replies since 30/8/2013, 19:41   51 views
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