Swords' Spring

*starnutisce* meno esplicito ora

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    Archer's sexy loli

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    SPOILER (click to view)
    Okay, lo ammetto, non sono sicuro se in questa sezione possano andare storie non relative a Touhou. Questa in effetti non è neanche una fanfiction. Ma ho pensato che visto il non lontanissimo trasferimento un po' di violazione delle regole (se questo è violare una regola) non sarebbe stato troppo terribile. ... SCUSATE IN CASO CONTRARIO NON VOLEVO SONO UN PIMPO BRAVO NON LO FACCIO mai mai mai più PROMESSISSIMO *mano sul cuore intonando l'inno di Mammeli*
    Comunque
    ... non so neanche come è iniziato. Un giorno, al conservatorio, pensando a quanto sia severa la mia nuova insegnante ho pensato "e se la musica non è fatta per me? E se non è l'insegnante ma sono io?" e allora mi sono messo a pensare. Disegnavo già periodicamente oltre a suonare. Insomma, mancava solo lo scrivere non per i compiti in classe. Ho pensato, pensato, pensa pensa pensa *Winnie style*. Improvvisamente mi balenò in mente una storia. E me la dimenticai subito, dicendo "nah". YAY
    Qualche settimana dopo (equivalente di due mesi fa) ebbi un sogno. Sognai l'intera storia. E non l'ho ancora dimenticata. Era qualcosa che almeno a me è risultato epico, e io sono uno che non è mai soddisfatto di sé stesso, quindi questa piccola gioia me la tengo. Ebbene, per paura di dimenticarla, ho scritto il primo capitolo. Ci ho preso gusto. Ho pensato di creare un nuovo tipo di romanzo in cui il narratore cambia ad ogni capitolo (finora gli unici romanzi del genere sono epistolari). Ora sono arrivato al capitolo 3 e, se non è violazione di alcuna regola, penso di continuare a postarlo qui. Altrimenti behbeh cia' cia' :c
    AH GIUSTO DIMENTICAVO
    Il nome Samos deriva dal croato "distaccato" e dal tedesco "uno solo" , "individuo".
    Il nome della ragazza sarà rivelato nei prossimi capitoli. Più precisamente, al quarto. Esatto, quello che sto facendo.
    Ancora esatto, ancora non ho pensato ad un nome per lei.


    Ah sì solo il primo capitolo è così corto, cominceranno mano mano ad ingrandirsi :v


    ~ Capitolo 1, Risveglio ~



    Mi svegliai su un terreno totalmente sconosciuto ai miei occhi. Era una vasta piana, con una cascata all’orizzonte che fragorosa musicava ogni movimento. Alle mie spalle, il fiume generato dalla stessa scorreva impetuoso. Il suo schiantarsi sulle rocce con tanta possanza mi fece tremare. Più che tremare, oscillare; nel mentre mi ero messo in piedi, ma era come se avessi perso il senso dell’equilibrio. Steso a terra, guardai il cielo. Era nero pesto, probabilmente perché calava la notte. Ma era un cielo strano, diverso dal solito. Potevo distinguere facilmente diversi puntini di colore giallo ed arancione che svolazzavano nell’aria, come scintille di fuoco. Al tocco, però, non facevano affatto male.
    Fu in quel momento che sentii chiamare qualcuno.
    -Samos! Vieni ad aiutarmi!
    Non sapevo esattamente chi -o cosa- mi stesse chiamando, ma almeno ricordavo che quello era il mio nome. Mi voltai e con orrido sgomento trasalii. Una ragazza, visibilmente bella, lottava con audacia contro una sottospecie di mostro. La ragazza aveva i capelli biondi raccolti in una corta coda di cavallo, con un ciuffo che le cadeva sul viso. Magra ma al contempo forte e robusta, indossava una veste rossa simile ad un pigiama, abbastanza ridicola visto il momento poco adatto per dormire. La sua spada scintillava contro la possente armatura del mostro. Lui aveva il muso che ricordava quello dei ratti, con occhi neri come la pece. Era viola, alto almeno due volte me e la ragazza messi insieme, con un’armatura che appariva simile a quella degli antichi centurioni romani. Lottava usando “solo” i pugni, più grandi della testa della ragazza.
    Quest’ultima sembrava molto in difficoltà.
    -Fratellino, non fartelo ripetere due volte! Vieni a darmi una mano, da sola non ce la faccio!
    “Fratellino”? L’unica cosa che ricordavo era il mio nome, e guardando il mio riflesso nell’acqua non sembravo affatto suo fratello. I miei capelli erano corti, di un blu scuro come il mare notturno. Il mio volto era sciupatamene bianco, forse un po’ sporco di fango, ma non ricordava per niente il colore olivastro scuro della ragazza, impregnato -come se non bastasse- di sangue. Ero snello e innocuo. Debole come un cagnolino in fasce, non avrei avuto la forza per uccidere una mosca.
    Il mostro, possente, sferrò un colpo sulla guancia sinistra della ragazza. Un mare di sangue uscì da quella tenera bocca.
    Tremante, mi sentii svenire alla vista di due mostri che mi stavano accanto, sbarrandomi la strada e pronti a sferrare un attacco. Erano poco più bassi del grosso ratto che combatteva contro la ragazza ed erano di un colore verde vomito, che dava loro ancora più bruttezza. Per il resto erano simili a quello che poteva essere il loro capo.
    Intanto, la ragazza cadde a terra. D’istinto feci una capriola sotto le zampe del mostro a sinistra, corsi verso di lei e la gettai nel fiume, appena prima di buttarmi a mia volta.
     
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